Alessandra Uguccioni, ID CAPPONI (via San Pantaleo Campano)

Il progetto sulla creazione di un giornale, portato avanti fin da questo autunno da tre prime medie dell’Istituto Comprensivo Via Cutigliano, ha dato risultati molto interessanti ed è stato vissuto dai ragazzi con estrema curiosità e partecipazione.

La1^ D della Scuola Gino Capponi ha iniziato il percorso all’indomani delle elezioni di Trump e ricordo che i ragazzi si sono sentiti doppiamente coinvolti per via del tema, così importante e ricco di spunti, e per l’emozione di avere per guida nella lettura, interpretazione e rielaborazione delle notizie una giornalista in carne e ossa: Monica Maggi.

Da subito gli incontri con Monica sono diventati per loro un momento vitale nel corso delle settimane. Con lei hanno capito che le fonti da cui si attinge per le notizie devono essere verificate, che le notizie devono essere date solo se sono vere, che va bandita qualsiasi illazione. Così, proprio partendo da Trump, i ragazzi hanno cominciato a raccontare il personaggio, differenziando i fatti reali dalle semplici dicerie, non degne del lavoro di un vero giornalista. Sono poi passati a raccontare storie vicine alla loro realtà, dalla rapina avvenuta nel quartiere Portuense alla denuncia della scarsa pulizia delle strade vicine alla scuola e infine alle storie relative alla nascita del quartiere e alla vita dei suoi abitanti. Per scrivere i testi hanno intervistato persone e raccolto materiali. Alcuni articoli sono stati scritti singolarmente, altri in gruppo. I ragazzi sono stati precisi nei tempi di consegna e con partecipazione e rigore hanno scelto titoli e storie. Si sono infatti cimentati con entusiasmo nella scelta dei titoli dei diversi articoli e hanno lungamente dibattuto sul nome della loro testata che infine hanno deciso a larga maggioranza, chiamandola “Dai un’occhiata”. Questo progetto li ha fatti lavorare ovviamente sulla scrittura, che hanno cominciato a considerare un imprescindibile strumento di comunicazione, e li ha avvicinati a tematiche varie, tanto che è stato più facile affrontare in classe di quando in quando anche temi di politica internazionale.

I piccoli giornalisti in erba si sono presto trasformati in giovani curiosi cittadini pronti a interessarsi con viva partecipazione alla realtà circostante.


Claudia Martini, IG VIA PIEVE FOSCIANA

Nell’autunno scorso abbiamo avviato un progetto, nelle ore di Lettere, con le classi prime, per la realizzazione di un giornalino scolastico e di quartiere, che fosse redatto esclusivamente dai ragazzi.

Con Monica Maggi abbiamo quindi ideato un ciclo di incontri in IG, in cui spiegare ai ragazzi cos’è l’informazione, come si realizza un giornale, quando è nata la stampa, come è strutturato un quotidiano, una redazione. In seguito siamo entrati con loro nel vivo del contenuto: come si scrive per informare, cosa si scrive, come distinguere una notizia da un “post” qualsiasi sui social, soprattutto l’atteggiamento che un un/una buon/buona giornalista deve seguire affinché faccia informazione eticamente corretta, veritiera, efficace.

In classe non abbiamo teorizzato nulla però. Il progetto prevedeva di mettere i ragazzi e le ragazze direttamente davanti al “fare”, con una giornalista in carne ed ossa, realizzando una didattica il più inclusiva possibile, poiché laboratoriale, nella quale ognuno era chiamato a scrivere un articolo.

I ragazzi hanno affrontato e risolto, in gruppo-redazione, diverse questioni: i punti irrinunciabili di un pezzo giornalistico corretto; perché il bravo giornalista deve essere in grado di “sparire” e lasciar posto solo alla notizia, all’informazione. Si sono pertanto chiesti se davvero informare volesse dire apparire in TV con smaglianti sorrisi al netto di quello che si diffonde. E’ nata così la redazione di Giovanissima Stampa (nome scelto dalla IG) partendo dai loro interessi o passioni personali. L’attenzione ad un lessico meno casuale, ne ha giovato moltissimo. Per ogni articolo ci si è interrogati, individualmente e dentro il gruppo. Le scadenze sono state rispettate in modo forse poco rigoroso dalla classe, ma ognuno di questi ragazzi ha lavorato con serietà, sentendosi completamente partecipe, intervistando mamme, nonne, allenatori, persone del quartiere, raccontando il quartiere, richiamando a sé l’esperienza lontana di un terremoto, di una cucina “altra” ma familiare, di un uso o costume lontano ma proprio, del paesi d’origine dei genitori. Si sono interrogati sui problemi dei grandi con gli occhi e gli strumenti dei piccoli, ma anche con occhi di adulti su contenuti a loro vicini e sono stati all’altezza del loro compito. Per una volta non c’erano rigidi voti ma solo aperte responsabilità personali.

Crediamo che la scuola debba educare e stimolare alla cittadinanza attiva e siamo felici di poter dire che, con questo piccolo progetto ma grande esperimento, abbiamo creduto di concedere ai ragazzi e alle ragazze della IG un’esperienza di realtà molto coinvolgente, speriamo perciò di aver davvero seminato sul fertile terreno di chi domani sarà chiamato ad essere un adulto responsabile e, quindi, informato.

Il richiamo ai contenuti di Antologia o Grammatica, ovviamente, non è così diretto, ma la IG ha incominciato a interrogarsi, concedendosi la possibilità di fermarsi, nell’attività di scrittura e lettura, e misurare con mano quanta e quale fatica di civiltà vi sia dietro il diritto-dovere di informarsi, di riflettere sui dati prima che allarmarsi sugli scandali, di cercare la calma della riflessione e non la temibile velocità del flusso di informazioni da cui oggi loro, forse, sono protetti, ma domani potrebbero esserne travolti.


Francesca Croce IA VIA GREVE

Il progetto editoriale presentato al nostro Istituto e accolto dalle docenti di Lettere di tre prime medie aveva sin dall’inizio un obiettivo chiaro: trasformare la classe in una redazione giornalistica con il compito di creare un “giornale di scuola”. Un obiettivo raggiungibile grazie all’intervento di una professionista del settore, la giornalista Monica Maggi, che ha lavorato fianco a fianco a insegnanti e alunni, e con la quale abbiamo scandito le varie fasi del lavoro, programmando incontri e modalità di intervento in aula, stabilendo tempi e finalità del progetto.

La classe 1^ A del plesso Quartararo, intorno alla metà di Novembre, ha così cominciato un viaggio nel mondo dell’Informazione, avvalendosi di una guida esperta che li ha messi di fronte al ruolo del giornalista, agli strumenti di cui dispone e al compito che egli deve assolvere con le parole: ricostruire la verità e restituirla. Insieme ci siamo ritrovati ad analizzare quotidiani, esaminarne articoli, ripercorrere la storia della Stampa, valorizzando e rafforzando le competenze linguistiche necessarie a chi ha il compito di utilizzare la parola scritta per comunicare. I ragazzi hanno colto questa rara e irrinunciabile opportunità di diventare giornalisti e hanno compreso di non poterlo fare solo in punta di penna. Sono scesi in strada e hanno aguzzato lo sguardo, hanno aperto gli occhi sul mondo che li circonda e la realtà in cui vivono, il quartiere, la città. Hanno perimetrato buche, fotografato inadempienze da parte del comune, hanno sollevato la voce scritta per affermare ciò che non funziona secondo le regole, diventando parte attiva, civile e responsabile della comunità di appartenenza. C’è chi ha spinto il proprio sguardo più lontano, evocando attraverso la pagina i profumi e il valore delle radici, dei luoghi d’origine, sollevando dibattiti e confronti aperti sull’attuale tema dell’emigrazione e dell’integrazione. Qualcuno ha versato inchiostro per dare voce alle passioni, intervistando figure di riferimento importanti, o semplicemente presentando luoghi significativi per l’allenamento sportivo del quartiere di residenza.

In questo modo l’informazione, che era lo scopo, è diventato il mezzo di una formazione scolastica e civica, in cui gli studenti rafforzano la consapevolezza e l’importanza di sé andando anche oltre i confini di un’aula.